Roma, 5 GEN – L’area C di Milano, la zona 30 di Torino Mirafiori e Cagliari, la bicipolitana di Pesaro. Ed ancora il piano della mobilità pensato dalla città di Bolzano per incentivare i cittadini ad usare i mezzi pubblici, la linea tram di Firenze-Scandicci che in quattro anni ha registrato oltre 13 milioni di viaggiatori all’anno ben disposti a lasciare l’auto a casa, l’Hub delle merci di Parma, il park&ride (parcheggi di interscambio) di Bari, il pedibus e il bicibus scuola promosso a Reggio Emilia, il Pony Zero Emissioni che ha preso il via a Torino, il bosco sociale di Ferrara per ridurre le emissioni inquinanti e l’esperienza in Alto Adige dove, per ridurre i consumi per il riscaldamento degli edifici, da anni è obbligatoria la certificazione energetica per tutti gli interventi con standard obbligatori sia per le nuove case che per le ristrutturazioni che riducono inquinamento e bollette delle famiglie. Sono queste per Legambiente dodici buone pratiche locali in tema di mobilità nuova, efficienza energetica e verde urbano in grado di ridurre l’inquinamento locale che tutti i sindaci potrebbero adottare in tempi brevi.
Dodici esempi virtuosi di misure anti-smog, promosse da amministrazioni, cittadini e aziende, e messe in atto in questi anni dai sindaci di alcune città italiane, che da soli, hanno avuto il coraggio di scommettere sulla sostenibilità, su un nuovo tipo di mobilità urbana avviando, così, un processo di rigenerazione urbana non indifferente che dovrebbero essere replicate in tutto il Paese.

È la sfida che l’associazione ambientalista lancia oggi alle amministrazioni e ai sindaci, ma anche al Premier Renzi alla luce dell’incontro governativo che il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha tenuto il 30 dicembre con i presidenti di Regione e i primi cittadini dei grandi centri urbani per discutere insieme dei possibili interventi da adottare nelle città italiane. In vista dell’incontro di mercoledì, Legambiente ricorda al Governo Renzi questi esempi virtuosi che meritano di essere sostenuti economicamente e replicati perché sono la dimostrazione che un cambio di rotta nelle politiche della mobilità è possibile, dá frutti, raccoglie consenso e produce economia sana. Un’operazione possibile solo se l’Esecutivo decide di mettersi finalmente in gioco e di sostenere quei comuni virtuosi, ad oggi rimasti soli, attraverso un piano nazionale che renda le auto un oggetto indesiderato in città e rimetta in discussione il concetto di mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro e l’uso dei mezzi pubblici per rendere le città più vivibili e libere dallo smog. “I blocchi e le targhe alterne sono provvedimenti inevitabili – dichiara Rossella Muroni, la presidente nazionale di Legambiente – ma per risolvere il problema dello smog devono essere accompagnati da politiche di sistema. I sindaci devono replicare le buone pratiche già in atto nei diversi comuni, ma serve una svolta da parte del Governo con un piano straordinario sulla mobilità in città. Dov’è finito il Matteo Renzi sindaco di Firenze che aveva il coraggio di pedonalizzare parte del centro storico sfidando i commercianti e di portare avanti interventi ad hoc per la città? Nonostante i primi e tardivi segnali messi in campo su input del ministro Delrio nella legge di stabilità, ad oggi il Governo Renzi non ha preso misure drastiche in materia per rendere l’auto privata l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. Serve un cambio di passo veloce e decisivo che sappia guardare anche a quelle buone pratiche già in atto nel Paese in termini di mobilità sostenibile, efficienza energetica e verde urbano. Non c’è più tempo da perdere, è ora di passare dalle parole ai fatti per il bene dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

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