“Fare sistema”: è l’obiettivo del Governo – secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – ed è la principale richiesta rivolta agli oltre 500 partecipanti (rappresentanti di imprese, associazioni) riuniti negli storici capannoni del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa per il Forum su “Logistica e industria in treno”, organizzato da Assoferr, l’associazione degli operatori ferroviari e intermodali, Confetra e Confindustria. Fare sistema è stata anche l’esigenza rappresentata dagli operatori, dai rappresentanti dell’industria ferroviaria (Anie Assifer) ma anche dagli esponenti degli altri comparti riuniti in Unindustria, nonché dalle imprese di servizi rappresentate in Confetra. L’assemblea di Pietrarsa è nata all’insegna di un “patto con il Governo per la crescita”, ma ha sancito soprattutto l’unità di intenti che in questo momento sembra prevalere tra tutti gli operatori, convinti che la partita per un rilancio del trasporto ferroviario merci e intermodale si gioca “ora o mai più”. Il trasporto merci per ferrovia ha subìto in questi ultimi anni un autentico tracollo: solo le imprese ferroviarie merci nate dopo la liberalizzazione hanno sostanzialmente tenuto in piedi il mercato, che ha comunque accusato il colpo di una riduzione di oltre il cinquanta per cento dei traffici dell’operatore incumbent Ferrovie dello Stato, che del resto effettuava quei servizi “accumulando milioni di perdite”, come confessato dallo stesso amministratore delegato Renato Mazzoncini. La novità, anche in questo settore, è la nascita di una nuova società del gruppo FSI, Mercitalia, che funzionerà da sub-holding e riunirà tutte le società finora operanti nella logistica e nel cargo ferroviario: un’unica strategia e un unico interlocutore, proprio gli obiettivi che ha cercato di raggiungere lo stesso Governo, dando chiarezza nella definizione degli obiettivi, certezza nella programmazione degli investimenti, nella destinazione dei fondi e dei tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali, ma anche dell’attuazione dei provvedimenti di semplificazione e innovazione normativa. In parole povere, un complesso di interventi che “fanno sistema”, per ripetere il mantra del ministro Delrio ma anche del responsabile delle nuove linee strategiche del ministero, quell’Ennio Cascetta posto alla guida della Struttura tecnica di missione del MIT, che ha cambiato ruolo “liberandosi” dei compiti di gestione della realizzazione delle opere, ma riservandosi il compito (in un certo senso più importante) di guidare la programmazione delle opere stesse e la strategia complessiva “di sistema”, per richiamare ancora una volta questo termine dalla valenza decisiva. Guido Gazzola, presidente di Assoferr, ha avuto il merito di interpretare l’esigenza di un convegno che riunisse tutte le componenti di un “sistema”, che va al di là dei semplici operatori come i componenti della sua associazione che riunisce chi materialmente mette a disposizione i carri e i servizi per svolgere i trasporti ferroviari e intermodali: per andare in direzione di una svolta nella crescita del settore e puntare all’ambizioso obiettivo indicato da Cascetta e dal governo (aumentare, cioè, del 50 per cento la quota del trasporto merci ferroviario e intermodale nei prossimi cinque anni, per tornare perlomeno ai livelli prima della “caduta”), serve non solo una rinnovata capacità degli operatori unita alla serie di concreti interventi finalmente messi in atto (tra cui una seria politica di incentivi – approvata dopo molto lavoro anche dall’Unione Europea – per sostenere la competitività del trasporto merci su rotaia, penalizzato non solo dall’impossibilità di realizzare il porta a porta, ma anche da una struttura dei costi che ne riducono fortemente la capacità di fare effettivamente concorrenza al trasporto stradale), ma serve anche la collaborazione e il dialogo con le imprese manifatturiere o con gli stessi autotrasportatori, che da uno sviluppo di un efficace sistema logistico hanno alla fine molto da guadagnare, perché valorizza il ruolo del camion in quei trasporti di ultimo raggio che il treno non sarà mai capace di garantire. In questa nuova visione di “sistema”, si inseriscono le molte novità del settore su cui si è fatto il punto nel convegno di Pietrarsa e da cui sono partite le proposte per un’ulteriore evoluzione positiva del comparto: i 120 milioni di euro stanziati non per sovvenzioni “a pioggia” agli operatori, ma come sconto pedaggio o ferrobonus o marebonus per ridurre il prezzo finale pagato dal cliente che si rivolge al trasporto ferroviario o intermodale; gli oltre 32 miliardi di euro di investimenti programmati da RFI-Rete Ferroviaria Italiana per realizzare le grandi opere sui principali corridoi della rete europea Ten-T (e, dunque, la Torino-Lione, il Brennero e il Terzo Valico, ma anche tutte le opere per adeguare l’ampiezza delle gallerie per consentire il transito dei grandi container, la formazione di treni lunghi 750 metri e con capacità di carico adeguate agli standard europei, e via via altri interventi sui terminali, sui raccordi e via dicendo); la riforma del sistema portuale, con la riorganizzazione delle Autorità portuali ma – soprattutto – la semplificazione e l’unificazione del quadro strategico; i provvedimenti di semplificazione e innovazione normativa, grazie anche all’introduzione delle nuove tecnologie, che consentiranno finalmente di dare attuazione al progetto dello sportello unico doganale (sempre auspicato, ma di fatto finora mai realizzato) e alla possibilità di svolgere le operazioni di sdoganamento e presa in carico delle merci già nella fase che precede l’attracco al porto, adeguandosi alle pratiche già in vigore nei principali porti europei e mondiali. Insomma, una serie di interventi che – mai come in questa contingenza storica – obbediscono ad una logica che punta a far crescere tutte le componenti del “sistema” e che costituiscono l’unica ricetta vincente nell’attuale contesto competitivo. Secondo il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, le officine storiche di Pietrarsa nacquero “per una straordinaria intuizione calata dall’alto”, ma poi furono condannate alla decadenza perché non riuscirono ad inserirsi nel sistema industriale nato dopo l’unificazione della nostra nazione: anche per questo, Pietrarsa è un luogo simbolico per richiamare l’esigenza che la crescita si realizza unificando le forze d tutte le componenti e non a scapito dell’una o dell’altra. E’ il messaggio forte che è venuto da Pietrarsa, e che vale la pena di raccogliere, anche per ridare slancio a quel Mezzogiorno che in quelle storiche officine rende uno splendido omaggio al passato, ma ha bisogno di riprendere la strada verso il futuro.