Roma, 2 OTT – Una corsa contro il tempo quella che si sta svolgendo intorno al capezzale dell’ATAC. Infatti, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, è attesa per il 27 ottobre dal giudice che sta seguendo l’operazione avviata dal Campidoglio, la bozza del nuovo piano industriale che dovrebbe puntare al rilancio della municipalizzata romana.

Gli uomini che stanno cercando di salvare la disastrata azienda della Capitale sono, oltre al presidente/AD/DG Paolo Simioni, l’avvocato Carlo Felice Giampaolino e i consulenti della Ernst&Young. Per conto del tribunale invece se ne occuperanno i tre commissari individuati  e cioè  Lener, Sancetta e Gratteri. Il nuovo piano industriale sarebbe articolato, secondo il quotidiano, in tre fasi e cioè di breve, di medio e lungo periodo e rappresenta il passaggio obbligato per riuscire a non far fallire l’azienda.I temi che sono in corso di analisi da parte di un team di lavoro riguardano la pianificazione dell’offerta di trasporto di superficie, il potenziando le linee con 600 bus in più rispetto a quelli attualmente in servizio, la rivisitazione delle frequenze dei passaggi e l’allungamento delle fermate oltre alla  realizzazione di nuove corsie preferenziali per aumentare la velocità commerciale. Ma il capitolo più spinoso, sempre secondo il Corriere, riguarderebbe la produttività del personale. Argomenti già affrontati dalla giunta Marino, che aveva siglato un accordo a luglio del 2015, accordo poi messo in discussione e cancellato con l’arrivo della giunta 5 Stelle in Campidoglio. In particolare si dovranno affrontare temi che potrebbero portare a tagli del contratto integrativo e a raggiungere le 39 ore di lavoro previste dal contratto collettivo, invece che le attuali 36. A questo si dovrà aggiungere una reale lotta all’evasione tariffaria.