Trenitalia va come un treno….. nella politica di rinnovo dei treni destinati al trasporto regionale, che – nelle intenzioni – dovrebbe arrivare a vedere oltre il 70 per cento del parco del materiale rotabile composto di nuovi veicoli in un orizzonte temporale che parte dal 2019 ed arriva ai successivi 2-3 anni. L’amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante ha annunciato che sulla Gazzetta europea del 16 maggio è stato pubblicato il nuovo bando della società, del valore di 1,6 miliardi di euro, per l’acquisto di 135 convogli diesel, per l’impiego sulle linee non elettrificate delle regioni italiane. La Morgante ha anche specificato che le offerte dovranno essere presentate entro il 5 luglio, i tempi tecnici della gara dovrebbero consentire di avere già per il prossimo anno il vincitore di questa ulteriore commessa, dopo che Alstom si era aggiudicata la commessa di 150 treni di media capacità (minimo 200 posti a sedere) e Hitachi Rail Italia quella per 300 treni ad alta capacità (minimo 450 posti a sedere), tutti a trazione elettrica.

La precedente gara si è svolta a giugno 2016 e faceva parte del mega piano di investimenti di 4,5 miliardi di euro per l’acquisto di complessivi 500 treni pr il trasporto regionale, un piano di rinnovo e un investimento senza paragoni nel panorama delle ferrovie europee, come confermava la stessa Morgante che parlava della “gara più grande mai svolta in Europa”. La gara era stata divisa in tre lotti e prevedeva anche l’acquisto del restante quantitativo di treni diesel, prima in graduatoria era risultata l’impresa Stadler, ma Trenitalia si era riservata un giudizio di convenienza e la gara non era stata aggiudicata. La società del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ora ritorna all’attacco e il quantitativo dei treni sale a 135 convogli e l’importo di gara diventa ancora più elevato.  Anche in questo caso, i primi convogli cominceranno a circolare sulla rete nel 2019, come i nuovi treni “Rock” prodotti da Hitachi che promettono di rivoluzionare il comfort di viaggio sui treni regionali.

E’ stata la stessa Morgante a sottolineare che i nuovi treni andranno a sostituire vecchi convogli diesel che, in alcuni casi, superano i quaranta anni di età. In alcuni casi, come per le mitiche Aln 668 in circolazione su alcune linee della Lombadia, si sono verificate anche delle polemiche finite sui giornali per le proteste di gruppi ambientalisti per il presunto superamento dei limiti di inquinamento, ma è nelle regioni dove sussistono la maggior parte delle linee non elettrificate che il piano di rinnovo del materiale rotabile dovrà far valere tutti i suoi frutti e segnare l’auspicata svolta nella dimensione del trasporto regionale che è nei piani del gruppo FSI.

In totale, i chilometri di rete non elettrificati di RFI sono 4.713 (su circa 16.000 chilometri di rete totali). Alla Sardegna e alla Valle d’Aosta (che, però, in realtà ha pochissima ferrovia) spetta il record di avere il 100% della rete non elettrificata, in Abruzzo e Molise parliamo di percentuali molto elevate ma anche di linee a scarso traffico, mentre un regioni popolose come la Calabria e la Sicilia la percentuale supera o raggiunge il 42%. Una regione come la Toscana ha oltre un terzo (34%) di rete non elettrificata e anche il Piemonte si avvicina a una percentuale del 30% (29,1%), ma questo tipo di statistiche ha relativamente scarso significato, in tutta Europa la trazione diesel è diffusissima, sono i treni e l’attrezzaggio tecnologico dell’infrastruttura ferroviaria a fare la differenza. Tra le prime regioni che potrebbero usufruire dei nuovi treni ci sono la Sicilia (dove, nel frattempo, dovrebbero essere realizzati i lavori di potenziamento della rete, in una prospettiva di inserimento dell’alta capacità più che alta velocità, ma con benefici anche per il traffico regionale), la Toscana e la Sardegna.

Trenitalia ha anche fornito i dettagli del bando di gara: la formula è quella già sperimentata dell’accordo quadro per una durata di 48 mesi (4 anni), che possono essere estesi fino a 72 mesi, cioè per ulteriori altri due anni. Il contratto riguarda la fornitura di convogli ad alimentazione diesel bidirezionali e monopiano, a composizione bloccata e con potenza distribuita (cioè con trazione alimentata da tutti i carrelli, secondo le più moderne tecniche costruttive). Il numero di 135 convogli è il quantitativo massimo che può essere oggetto della fornitura per questo bando di gara, il quantitativo minimo garantito è invece di 70 convogli (di cui 30 ordinati contestualmnete all’aggiudicazione del contratto), e la ragione è che Trenitalia deve ancora definire il piano complessivo degli accordi per i contratti di servizio con le Regioni, alcuni dei quali sopravvivono ancora in regime di proroga. E, giustamente, l’azienda non investe se non ha la garanzia di poter svolgere i servizi di trasporto regionale per un numero di anni sufficiente ad ammortizzare l’investimento, come avverrebbe del resto per qualsiasi altra impresa ferroviaria.