Lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto, i grandi corridoi europei, i sistemi di trasporto pubblico di massa e ancora le tecnologie dedicate alla mobilità, le applicazioni per i passeggeri. Treni, filobus, tram ed autobus, ma anche car sharing e mobilità elettrica, integrazione tariffaria ed evasione, i mezzi di trasporto e l’impatto ambientale. E ancora: formazione del personale, reti nazionali e reti regionali, investimenti tecnologici e trasporto delle merci in ferrovia. Se ne è parlato a Milano per tre giorni nell’ormai tradizionale iniziativa di Move.App expo, organizzata dal Collegio degli ingegneri ferroviari con il supporto del gruppo Ferrovie dello Stato. Un confronto a tutto campo, segmentato in sette diversi incontri, che ha permesso di fare il tagliando al settore della mobilità pochi giorni dopo la presentazione del piano industriale di FS (vedi il numero 71 di MobilityMagazine). Dopo anni di pianti e lamenti il clima che si respira tra addetti ai lavori (costruttori, imprese ferroviarie, produttori di tecnologie) sembra tendere (quasi) al sereno. Stabilità politica e concentrazione degli investimenti sembrerebbero mettere al riparo il Paese dalla storica piaga delle “incompiute”, ma non c’è tavolo di discussione e dibattito nel quale non si sia sentito parlare di fabbisogni finanziari. Servono soldi per le infrastrutture tecnologiche delle reti regionali, servono soldi per le città, che debbono rinnovare la propria flotta di autobus che ormai hanno età medie incompatibili con un paese civile, ed europeo. Servono soldi per la mobilità elettrica delle città, per rinnovare e implementare le flotte di tram e di filobus. Serve, soprattutto, una visione strategica che guardi le aree metropolitane come un tutt’uno, dove non possono esistere cittadini di serie A che abitano in centro città e di serie B che faticano a raggiungere il luogo di lavoro o di svago. E tutto ciò va fatto tenendo assieme i diversi sistemi di trasporto, integrandoli e non contrapponendoli artificiosamente. La nuova smart economy offre tutti gli strumenti tecnologici possibili, a costi accessibili: treno, autobus, metro e tram, ma anche auto privata possono benissimo integrarsi con car e bike sharing. In estrema sintesi: l’Italia si trova di fronte ad uno sforzo gigantesco per passare dalla mobilità ingrata alla mobilità integrata.