La liberalizzazione del settore attraverso processi industriali concreti all’insegna della concorrenza e nel rispetto delle normative europee. E poi l’applicazione dei costi standard, la ripresa della trattativa sindacale per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri e quindi il costante sostegno alle aziende associate.
Sono queste, in sintesi, le principali sfide di oggi e di domani al centro dell’impegno di Asstra, associazione a cui aderiscono oltre 130 aziende pubbliche e private, italiane ed estere, che sviluppano sul territorio oltre l’80% dei servizi urbani ed il 65% dei servizi extraurbani operati con tutte le modalità di trasporto (bus, ferrovie, metropolitane, tramvie, navigazione funicolare) per un totale di circa 70 mila dipendenti. Le nostre aziende inoltre producono il 70% di servizi di trasporto nell’ambito delle città metropolitane dove si muove il 60% della popolazione italiana. Oggi, mercoledì 24 giugno, l’assemblea di Asstra riunita a Roma ha approvato all’unanimità il bilancio 2014.
“L’efficientamento che le aziende di trasporto pubblico locale stanno mettendo in atto in questi anni di durissima crisi economica, è simmetrico con quanto avviene all’interno dell’associazione – commenta il presidente di Asstra, Massimo Roncucci -. Attraverso un trend di riduzione dei costi siamo infatti riusciti a chiudere il bilancio in positivo, senza intaccare il livello e la qualità dei servizi offerti alle nostre aziende, sviluppando, al contrario, nuovi servizi di formazione professionale di alto livello e la nostra incidenza sul sistema. La voce dell’Associazione si fa sentire e ne abbiamo avuto riscontro proprio in questi giorni in occasione della pubblicazione del regolamento sulle gare, emanato dall’Autorità di regolazione dei trasporti che ha recepito molte nostre considerazioni”.
“Circa il 70% delle imprese aderenti ad Asstra ha chiuso i propri bilanci in utile ed il 90% presenta un margine operativo lordo in positivo. Si tratta di un risultato ottenuto nonostante il taglio di oltre il 15% delle risorse e senza significative riduzioni di servizi e personale – prosegue Roncucci -. In questa fase, abbiamo spinto verso una gestione sempre più imprenditoriale ed economica delle aziende associate, contribuendo al percorso di individuazione dei costi standard ed abbiamo costituito con le organizzazioni sindacali il Fondo di solidarietà per accompagnare eventuali esuberi di personale. Soprattutto abbiamo avuto il coraggio di far ripartire insieme ad ANAV la trattativa per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, fermo da oltre sei anni, con la ferma volontà di arrivarne rapidamente a capo. Per questo abbiamo prospettato ai sindacati la possibilità di chiudere il contratto con una soluzione normativa ed economica sostenibile anche per le aziende che, pur con meno risorse a disposizione, dovranno essere competitive sul mercato. Sempre che la liberalizzazione sia ancora l’obiettivo che la politica vuole perseguire nel nostro settore”.
Nel corso dell’Assemblea le aziende hanno denunciato, infatti, la poca chiarezza in merito al disegno di politica industriale che l’Italia intende perseguire nel settore. Da una parte si parla di apertura del mercato e di competizione ma, dall’altra, si continuano a produrre interventi di legge incoerenti con questo obiettivo. In contemporanea, si registrano delle acquisizioni di aziende di Tpl facendole passare per operazioni industriali, ma se queste non saranno il prodotto di una effettiva concorrenza, non si otterranno risultati di qualificazione del servizio e si assisterà solo ad un rafforzamento di posizioni dominanti e di monopolio.
“Al Governo, Regioni, Enti Locali ed Autorità indipendenti – conclude Roncucci – chiediamo di intervenire per assicurare al sistema del Tpl italiano condizioni di sostenibilità, avviando rapidamente il processo di competizione per il mercato, ovviamente nel rispetto della normativa europea, evitando con ogni mezzo distorsioni che produrrebbero solo danni ad un servizio essenziale per la qualità della vita dei cittadini. A noi spetta il compito di qualificare il servizio mettendo in prima linea la soddisfazione del cliente. Auspichiamo che nel sindacato prevalga la volontà di stringere i tempi per la definizione della trattativa per il rinnovo del contratto, così da chiudere la vertenza in modo che venga assicurato ai lavoratori un equo riconoscimento e, contemporaneamente alle imprese, una normativa che consenta effettivi recuperi di produttività”.