Potenza, 25 FEB – Un “Centro della sostenibilità” dove le buone intenzioni incontrano le buone pratiche e diventano buona economia. È questa l’idea alla base dell’intesa sottoscritta da Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana per il recupero delle stazioni impresenziate in diversi territori in Italia e che propongono progetti che abbiano finalità sociali d’interesse collettivo per la salvaguardia ambientale, per realizzare attività di protezione civile, per promuovere turismo educativo, naturalistico, storico e culturale, per la riscoperta culturale e per far crescere l’importanza di alcuni valori che i nostri territori conservano. L’esperimento pilota avverrà a Potenza, dove ieri mattina è stato presentato il progetto di rifunzionalizzazione dell’ex scalo merci di Potenza Superiore, pronto a diventare un Centro per la Sostenibilità ambientale e presidio culturale e sociale.
Il protocollo d’intesa è stato firmato ieri mattina nella stazione centrale di Potenza, in concomitanza dell’arrivo in Basilicata del Treno Verde – la storica campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane, che da ventisei anni gira l’Italia per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico delle città italiane – alla presenza di Rossella Muroni, direttrice generale Legambiente; Marco De Biasi, presidente Legambiente Basilicata onlus; Roberto Pagone, direttore Produzione Territoriale Rete Ferroviaria Italiana e Lorenzo Barucca, responsabile progetto GreenStations Legambiente. Le attività previste dal progetto saranno realizzate grazie al sostegno di Fondazione con il Sud, attraverso il bando ambiente “Verso Rifiuti 0”.
“Partiamo da Potenza per innescare un nuovo processo di economia solidale che tenga conto dell’eccezionale importanza dei beni comuni ambientali – dichiara Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente – Dalle stazioni d’Italia impresenziate, immenso patrimonio di questo Paese e dei territori, rilanciamo una visione ecologica della vita in cui anche il consumo quotidiano può divenire un concreto impegno per la riduzione di produzione di rifiuti, contro gli sperperi, uno strumento di incentivazione di produzioni sostenibili e qualitativamente migliori. Vogliamo contribuire alla creazione di una rete di “relazioni sociali” del territorio a partire da queste strutture che nei decenni hanno evocato spostamenti, speranza, sogni di vita migliore. La “green station” potrà ora essere un polmone solidale del territorio, un pezzo di economia che produca valori, come fiducia, capitale sociale, senso civico, solidarietà, assieme a valore economico e nuove opportunità”.
La “Green station” di Potenza vuole rappresentare un luogo di promozione di tutta “l’altra economia”, attraverso l’allestimento di laboratori di riciclo o riuso di materiali, di spazi espositivi per i prodotti biologici a Km0, sfusi e non imballati, i prodotti del commercio equo e solidale, di spazi dedicati al baratto di beni in buono stato, ma vuole essere anche un luogo di incontro, formazione, ricerca e sviluppo, per la diffusione della cultura ambientale ed una condivisione dei saperi.
“Con la nascita del “Centro della sostenibilità” si vorrà realizzare una vetrina di tutte le azioni pratiche che ogni cittadino può, da subito, mettere in campo per fare la propria parte, dalla riduzione della produzione dei rifiuti alla massimizzazione della raccolta differenziata, al cambiamento degli stili di vita e del modo di approcciare ai consumi – spiega Marco De Biasi -. In buona sostanza applicare il concetto della sostenibilità alle nostre azioni quotidiane mettendo in pratica alcuni concetti che, in Basilicata, stentano ad affermarsi, come il Km0 e la filiera corta o l’adozione di criteri per la riduzione della produzione dei rifiuti. Con l’applicazione di questi concetti raggiungiamo più obiettivi, sia in termini di minori impatti ambientali, sia in termini di sostegno ad un sistema economico locale che risente sempre più della crisi globale e di una marginalizzazione economica che sembra irreversibile”.
Grazie al Centro si potranno individuare nuove forme di economia solidale che rispondono sia alle esigenze dei consumatori, ma che possono fornire nuove opportunità ai produttori locali e dei paesi in via di sviluppo. Innescando dei processi che portino i cittadini a riflettere sul rapporto esistente fra stili di vita, consumi, tutela ambientale e conservazione della biodiversità. Uno “scalo” che lega le grandi questioni della sostenibilità alimentare e della modificazione degli stili di vita, della sostenibilità dei consumi e delle produzioni, della produzione dei rifiuti e dei consumi energetici, alle questioni della sicurezza alimentare, delle produzioni agricole locali. Argomenti tutti legali a filo doppio ma che stentano poi a tradursi in efficaci azioni concrete.
Rete Ferroviaria Italiana da diversi anni ha adottato una politica di sostegno e programmazione per iniziative sociali nelle aree ferroviarie, d‘intesa con l’associazionismo e gli Enti locali.
In Basilicata, oltre al progetto GreenStations che vedrà nascere nell’ex scalo merci di Potenza Superiore un centro per la sostenibilità gestito da Legambiente, è già operativo, nella stazione di Melfi, un centro di Pronta Accoglienza per persone senza fissa dimora. Inoltre, nei prossimi mesi, saranno concessi in comodato d’uso gratuito alcuni immobili di proprietà del Gruppo FS non più funzionali alle attività ferroviarie nelle stazioni di Avigliano, Barile, Ferrandina e Melfi.
L’esperienza dello scalo merci di Potenza Superiore sarà solo uno dei progetti GreenStations in giro per l’Italia. Progetti che avranno come cuore pulsante quello di rivalorizzare spazi non presenziati all’interno delle stazioni e snodi ferroviari, intesi non più come luoghi di arrivo e partenza ma sempre più come luoghi di incontro e socialità, oltre che di poli di attrazione urbana, centri di servizio sociali, ambientali e di mobilità collettiva.